
“A defresckète”, concluso il ciclo di cammini tra parole, passi e metamorfosi urbane e sociali
L’ultimo incontro, dal titolo evocativo
Dalla gnostra alla periferia: un racconto di trasformazioni
Il cammino ha ripercorso simbolicamente (e fisicamente) la storia urbanistica di Noci, evidenziando la transizione dal compatto nucleo medievale, costruito attorno a spazi di relazione come le chiese e le gnostre, fino alle moderne zone di espansione, come l’area 167, nata durante gli anni Settanta in risposta a spinte sociali e urbanistiche. Un racconto di metamorfosi che riflette anche un cambiamento nel modo di abitare, di vivere e di relazionarsi con lo spazio urbano.
A guidare il percorso, con competenza e passione, l’architetto
Pane, memoria e comunità: l’arte come racconto del quotidiano
Un momento particolarmente suggestivo del cammino si è svolto all’interno dell’antico forno di
Il forno è diventato così non solo luogo di rappresentazione, ma anche spazio evocativo della cultura popolare, delle pratiche di un tempo, dei ritmi lenti e relazionali della vita di una volta. Come avrebbe detto Vittorio Tinelli, poeta nocese, “𝑽𝒐𝒄𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆 𝒇𝒖𝒓𝒏𝒆 𝒆 𝒗𝒐𝒄𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆 𝒑𝒖𝒛𝒛𝒆”, perché in ogni gnostra del centro storico c’erano sempre un forno e un pozzo: due elementi che raccontano un modo di vivere basato sulla vicinanza e sul sostegno reciproco.
Tutti gli appuntamenti dell’iniziativa “A defresckète” si sono distinti per la grande partecipazione popolare e il coinvolgimento emotivo. Camminare insieme ha permesso non solo di scoprire luoghi spesso dimenticati, ma anche di riconnettersi con la propria storia, con il senso di appartenenza, con la lentezza come valore.
In un tempo dominato dalla frenesia, l’iniziativa ha dimostrato che solo camminando, passo dopo passo, si può davvero conoscere un territorio, coglierne le sfumature, ascoltarne le voci, comprenderne le trasformazioni.
Un arrivederci… in cammino
La conclusione di questo ciclo non rappresenta una fine, ma l’inizio di una nuova consapevolezza: quella che camminare, raccontare, ascoltare e condividere possono diventare strumenti potenti per fare comunità e costruire visioni future. Il territorio nocese ha molto da dire e da offrire, e “A defresckète” lo ha fatto emergere in tutta la sua bellezza, complessità e umanità.