“Raccontami Noci”, la città nelle fotografie di Marcello Nitti
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“Raccontami Noci”, la città nelle fotografie di Marcello Nitti


Quaranta immagini, un solo sguardo: quello di Marcello Nitti, che nella mostra fotografica “Raccontami Noci” disegna il paese che ha sempre sognato. Un racconto inedito della città, che prende forma grazie alla luce e si sviluppa nell’ora in cui si accendono i lampioni e il cielo si fa specchio azzurro sulla terra.

La mostra, curata da Anna D’Elia e promossa dal Comune di Noci, sarà inaugurata martedì 22 luglio, alle ore 19:30, presso il Palazzo Comunale di via Porta Putignano alla presenza del sindaco Francesco Intini e della consigliera comunale con delega alla cultura. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 19:00 alle 21:30, in due periodi distinti: dal 23 luglio al 4 agosto 2025 e dal 25 agosto all’8 settembre 2025.

Marcello Nitti disegna in 40 fotografie a colori il paese che ha sempre sognato. Il racconto fotografico su Noci si sviluppa in diversi capitoli: soglie, campanili, panorami, campagne e si svolge nell’ora in cui nelle strade si accendono i lampioni e nelle case le lampadine mentre il cielo riverbera sulla Terra la sua gamma di azzurri.

Di notte si vede solo ciò che è illuminato, perciò grande è la responsabilità del fotografo nella resa di una realtà ridisegnata dalla luce che cambia la percezione degli spazi, la loro profondità e forma. La scelta dell’inquadratura coincide con ciò che l’autore vuole mostrare della realtà per ritrovarvi un poco di sé stesso. Chi guarda queste fotografie potrebbe o no riconoscere i luoghi, infatti non sono foto documentarie, ma immagini di una città ideale che restituiscono del paesaggio una mappa perfetta di solidi geometrici scanditi da ritmi regolari e simmetrici. Nell’unica fotografia in cui è ritratta una figura umana, quest’ultima è ripresa sulla soglia di un sottano, l’ufficio della Pro Loco e siede ad un tavolo all’ingresso. Sembrerebbe un ritratto ma non lo è, il personaggio principale è ancora una volta la luce che segna il confine tra interno ed esterno. In uno dei pochi panorami esposti, Noci si vede in lontananza, la lettura dal basso verso l’alto, dall’ombra verso la luce, spinge chi guarda a decifrare, distinguere, riconoscere divenendo parte attiva nella lettura. Nella fotografia che mostra il campanile della Chiesa Madre, la luce bianca di un faro illumina l’orologio, ma per evitare che assorba nel suo chiarore tutto il resto viene contrastata lavorando su apertura del diaframma, tempo esposizione e sensibilità degli ASA. L’immagine ottenuta sembra un’apparizione che trasfigura il luogo mostrando la magica comunione di cielo e terra.

Chi guarda queste fotografie spesso esclama: “Che belle!” Ma che cosa vuole dire belle?  L’emozione che procurano è legata allo stupore di rivedere i luoghi dentro una nuova e misteriosa narrazione e al benessere che trasmettono.

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