“A defresckète”, concluso il ciclo di cammini tra parole, passi e metamorfosi urbane e sociali
Home Comunità Territorio

“A defresckète”, concluso il ciclo di cammini tra parole, passi e metamorfosi urbane e sociali


Con l’appuntamento di venerdì 12 settembre, si è conclusa l’iniziativa “𝘼 𝙙𝙚𝙛𝙧𝙚𝙨𝙘𝙠𝙚̀𝙩𝙚. 𝙋𝙖𝙨𝙨𝙞 𝙚 𝙥𝙖𝙧𝙤𝙡𝙚 𝙖𝙡 𝙘𝙖𝙡𝙖𝙧 𝙙𝙚𝙡 𝙎𝙤𝙡𝙚 – 𝘿𝙞𝙖𝙡𝙤𝙜𝙝𝙞 𝙞𝙣 𝙘𝙖𝙢𝙢𝙞𝙣𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙞𝙡 𝙥𝙖𝙚𝙨𝙚, 𝙜𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙚 𝙚 𝙫𝙞 𝙙𝙚 𝙛𝙤𝙧𝙚”, un ciclo di passeggiate tematiche che ha saputo unire movimento, memoria e narrazione in un’esperienza di comunità autentica e partecipata.

L’ultimo incontro, dal titolo evocativo

“𝙈𝙚𝙩𝙖𝙢𝙤𝙧𝙛𝙤𝙨𝙞 𝙪𝙧𝙗𝙖𝙣𝙚: 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙉𝙤𝙘𝙞 𝙢𝙚𝙙𝙞𝙚𝙫𝙖𝙡𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙞𝙩𝙩𝙖̀ 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙚𝙨𝙥𝙖𝙣𝙙𝙚”, ha visto una numerosa e partecipe comunità camminare e riflettere sui profondi cambiamenti che hanno interessato il territorio nocese nel corso dei secoli.

Dalla gnostra alla periferia: un racconto di trasformazioni

Il cammino ha ripercorso simbolicamente (e fisicamente) la storia urbanistica di Noci, evidenziando la transizione dal compatto nucleo medievale, costruito attorno a spazi di relazione come le chiese e le gnostre, fino alle moderne zone di espansione, come l’area 167, nata durante gli anni Settanta in risposta a spinte sociali e urbanistiche. Un racconto di metamorfosi che riflette anche un cambiamento nel modo di abitare, di vivere e di relazionarsi con lo spazio urbano.

A guidare il percorso, con competenza e passione, l’architetto

𝐆𝐢𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐚𝐭𝐭𝐞𝐥𝐥𝐚, profondo conoscitore del territorio, che ha offerto spunti di riflessione su come la città sia cresciuta, su quali siano stati i motori del cambiamento e su quali visioni si possono immaginare per il futuro.

Pane, memoria e comunità: l’arte come racconto del quotidiano

Un momento particolarmente suggestivo del cammino si è svolto all’interno dell’antico forno di

𝑩𝒂𝒃𝒆𝒍𝒂𝒃𝒃𝒆́, eccezionalmente riaperto per l’occasione. Qui, l’attore 𝐕𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐆𝐨𝐟𝐟𝐫𝐞𝐝𝐨 ha emozionato i presenti con una performance teatrale intima e simbolica, un monologo rivolto alla sua bicicletta, nel quale ha intrecciato memoria personale e visioni di futuro, con il pane come simbolo di comunità e condivisione.

Il forno è diventato così non solo luogo di rappresentazione, ma anche spazio evocativo della cultura popolare, delle pratiche di un tempo, dei ritmi lenti e relazionali della vita di una volta. Come avrebbe detto Vittorio Tinelli, poeta nocese, “𝑽𝒐𝒄𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆 𝒇𝒖𝒓𝒏𝒆 𝒆 𝒗𝒐𝒄𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆 𝒑𝒖𝒛𝒛𝒆”, perché in ogni gnostra del centro storico c’erano sempre un forno e un pozzo: due elementi che raccontano un modo di vivere basato sulla vicinanza e sul sostegno reciproco.

Un successo di partecipazione e senso di comunità.

Tutti gli appuntamenti dell’iniziativa “A defresckète” si sono distinti per la grande partecipazione popolare e il coinvolgimento emotivo. Camminare insieme ha permesso non solo di scoprire luoghi spesso dimenticati, ma anche di riconnettersi con la propria storia, con il senso di appartenenza, con la lentezza come valore.

In un tempo dominato dalla frenesia, l’iniziativa ha dimostrato che solo camminando, passo dopo passo, si può davvero conoscere un territorio, coglierne le sfumature, ascoltarne le voci, comprenderne le trasformazioni.

Un arrivederci… in cammino

La conclusione di questo ciclo non rappresenta una fine, ma l’inizio di una nuova consapevolezza: quella che camminare, raccontare, ascoltare e condividere possono diventare strumenti potenti per fare comunità e costruire visioni future. Il territorio nocese ha molto da dire e da offrire, e “A defresckète” lo ha fatto emergere in tutta la sua bellezza, complessità e umanità.

Altri articoli nella sezione Comunità